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Il testo pubblicato
da Piero Pirovano
Un voto per una LOMBARDIA sempre più PER LA VITA E A MISURA DI FAMIGLIA
Il 28-29 marzo anche tu, che mi leggi, – scrivendo il mio cognome (PIROVANO) accanto al contrassegno dell’Udc, potrai collaborare nella realizzazione di una nuova politica per uscire dall’attuale crisi sociale ed economica. Insieme potremo iniziare a proporre un nuovo modello economico, sociale e politico fondato sul rispetto del diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento, in tutto l’arco del suo sviluppo sino alla morte naturale.
La prima risorsa economica, infatti, è la Vita stessa. Invece,ad esempio, secondo la relazione 2009 del Ministero della Salute, nella nostra Lombardia, nel 2008, sono stati eseguiti 20.368 interventi abortivi. Nel 2014 mancheranno così all’appello 815 classi di scuola elementare, con tutte le immaginabili conseguenze sul piano sociale ed economico. Allora lavoriamo insieme affinché la nostra Regione proponga e utilizzi questo nuovo modello di sviluppo fondato sul diritto alla vita, anche con lo statuto. Questa carta deve impegnare la Regione ad attuare tutte le azioni positive a favore del diritto alla vita in ogni sua fase fin dal concepimento (il Consiglio regionale uscente non ha voluto scrivere nel nuovo statuto queste tre parole fin dal concepimento!). Il diritto alla vita è il primo dei diritti naturali, da cui partire nella realizzazione del bene comune.
Tutto ciò comporta che la Regione difenda e promuova la famiglia, fondata sul matrimonio (Cost. art.29), struttura fondamentale della società, come richiede l’Appello del Forum delle Famiglie, che sottoscrivo pienamente.
La scelta di questo nuovo modello determina l’impegno di perseguire anche questi obiettivi:
a) la facilitazione dellʼaccesso al mercato del lavoro e dellʼabitazione. Sul piano economico, il bene comune, infatti, comporta il pieno sviluppo di politiche attive del lavoro, che assicurino a tutte le famiglie i mezzi di sostentamento. Una politica della casa a misura delle famiglie costituisce un impegno concreto di particolare rilevanza.
b) un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, per soddisfare le esigenze primarie della popolazione;
c) la tutela dei diritti dei migranti. Una politica per il bene comune considera positivamente lʼaccoglienza degli immigrati regolari.
d) una sanità che metta davvero al centro il malato. Gli ospedali non devono essere aziende, ma servizi alla persona sofferente.
Con questo modello – sia chiaro – non ci sarà spazio per la corruzione e i favoritismi. L’amministrare la cosa pubblica deve essere considerato come un servizio alla comunità, non come una modalità di arricchimento personale. Tanto per cominciare, già nella prima seduta, il nuovo consiglio regionale potrebbe dare un segnale in questa direzione, riducendo del 20 per cento in cinque anni le indennità di presidente, assessori e consiglieri.
postato il 2010-03-09 16:08:42
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